LA VIABILITA'

da 'Presenze Romane' a cura di T. Cividini ed altri.

La realizzazione di un sistema di comunicazioni funzionale e organizzato, mediante la creazione di nuovi assi viari e la razionalizzazione di percorsi già esistenti, fu uno dei principali e più efficaci strumenti attuati dai Romani nel processo di penetrazione e di occupazione dei territori conquistati. Le grandi arterie viarie infatti rappresentarono non soltanto un aspetto strategico essenziale della politica militare, ma divennero vettori culturali e commerciali sin dalle fasi iniziali della romanizzazione, conservando queste funzioni anche dopo la crisi del mondo romano.

In quest'ottica acquista particolare rilievo nel comparto territoriale in esame il ruolo svolto da un importante tracciato viario coincidente con l'attuale Stradalta, il cui percorso originario fu ricostruito da A. Tagliaferri grazie alle fotografie aeree integrate dalle attestazioni archeologiche rilevate con il survey*. Con questo metodo lo studioso verificò l'inserimento della strada nel cardine massimo della centuriazione aquileiese nei pressi dell'odierno centro di Sevegliano: da lì la via piegava poi verso nord-ovest con andamento rettilineo, toccando Codroipo, l'antico Quadruvium, lungo il limite settentrionale delle risorgive e proseguendo alla volta di Oderzo, Vicenza, Cremona e Piacenza fino a Genova.
L'identificazione di questa direttrice viaria con la consolare Postumia, fatta costruire nel 148 a.C. da Spurio Postumio Albino, divide ancora oggi gli studiosi: da un lato vi sono infatti coloro che propendono per questa ipotesi, sostenendo la teoria di un percorso "alto" della Postumia, che doveva affiancare la viabilità della Bassa gravitante sulla consolare Annia, altra grande arteria di scorrimento realizzata nel 153 a.C. da Tito Annio Lusco ed il cui andamento viene oggi concordemente identificato con quello della SS 14.
Un secondo gruppo di storici è invece a favore di un tracciato "basso" della Postumia, che sarebbe corso lungo la fascia lagunare sovrapponendosi a quello della già citata Annia nel suo segmento finale; in base a questa tesi, la Stradalta doveva essere unicamente una "strada di servizio", utilizzata per raccordare il territorio centuriato di Concordia e Aquileia a partire dalla metà del I secolo a.C.. Solo successivamente, ed in modo particolare nel periodo altomedievale, essa avrebbe assunto un ruolo rilevante, diventando strada di penetrazione dei Longobardi.
In questa sede si è orientati a sposare la teoria dell'identificazione della Stradalta con la Postumia, anche alla luce delle considerazioni recentemente espresse da F. Prenc, che pone l'attenzione sulle necessità tipiche di una strada militare, "di arroccamento": un percorso "alto" infatti avrebbe consentito di evitare i terreni umidi e paludosi della Bassa e nello stesso tempo di oltrepassare agevolmente, in ogni periodo dell'anno, il Tagliamento, anche in mancanza di ponti".
Se, come si è detto, la Postumia e l'Annia rappresentavano le arterie del sistema viario nella pianura friulana, una rete capillare secondaria completava la viabilità nel suo complesso: si tratta di strade definite dalle fonti come viae vicinales, viae communes e viae privatae; il loro riconoscimento risulta per noi difficile, a causa delle tecniche "povere" di costruzione utilizzate per esse.
L'impiego di semplice ghiaia, molto spesso dispersa a causa dei lavori agricoli, rende infatti meno agevole una lettura puntuale del terreno. Si deve inoltre supporre, soprattutto nell'Alta pianura, che gli stessi limites centuriali fungessero da collegamento tra le varie realtà esistenti sul territorio; infine, l'esistenza di itinerari di interesse più o meno locale viene ad essere in qualche modo suggerita anche dalla sequenza degli insediamenti e dalle caratteristiche pedologiche delle zone attraversate".
Nella fascia che ci interessa dobbiamo menzionare un tracciato che si staccava dalla Stradalta a sud-ovest di Pozzecco di Bertiolo e di cui venne scoperto un tratto della massicciata negli anni '50: sul suo orientamento poco possiamo dire, ma è verosimile che anche la contigua area di Lestizza ne fosse servita.
Per completare il panorama delineato, bisogna accennare alla via che fiancheggiava il Cormor partendo da Marano Lagunare verso Udine: attiva in epoca protostorica - secondo alcuni già nell'età del bronzo - raggiungeva i castellieri di Castions di Strada e Pozzuolo, proseguendo forse verso settentrione fino a incrociare la Julia Augusta, da Aquileia verso il Norico.