UN DOCUMENTO ANTICO E MISTERIOSO

Il 27 aprile 1174 (vedi Pio Paschini), papa Alessandro II emise una bolla in favore del Capitolo della Collegiata di S. Felice e Fortunato di Aquileia la cui origine si perdeva nella notte dei tempi, con cui gli confermava il possesso dei beni acquisiti giustamente, cioè: il luogo dove è costruita la chiesa, quattro servi con le loro famiglie, la villa di Asiola con dodici servi con le loro famiglie e tre mansi a Flambro con tutte le loro pertinenze, la villa di de Puteo Secco (Pozzecco) ecc. ecc.
Ma la frase che più ci interessa è la seguente:
"De Puteo Sicco a lacuna quae est ixtam villam Cacillini, usque ad cumulum terrae iuxta villam quae dicitur Lastizza et usque ad Talmassones... "
Che si può tradurre letteralmente così:
"(il confine corre) da Pozzecco, dalla laguna che è presso Villacaccia, fino al cumulo di terra vicino alla villa che è detta Lastizza e fino a Tamassons...".
Che cos'era questo - cumulo di terra ?
La "colinute" che sorgeva fin a qualche anno fa nella Paluzzana, o l'attuale codina della chiesa? Molti pensano che si tratti della collina della Paluzzana, poichè in caso diverso il documento avrebbe parlato di "cortina" non di "collina".
Sembra dunque questo l'unico documento che parla dell'antica, misteriosa, introvabile Lestizza della Paluzzana.
E perchè "Lastizza", forma che non si ritrova ne prima nè dopo in alcun documento? Risolvere questo rebus sarebbe forse risolvere l'enigma delle origini di Lestizza.
Poi non si hanno più notizie di Lis-tizies fino al 1280 anno in cui il villaggio è devastato da un pauroso terremoto.
Nel 1375 il paesino ha 36 fuochi, cioè 36 famiglie e 230 abitanti: una media di 7 persone per famiglia. In questo periodo Lestizza, insieme a Flambro da cui dipende, ed a Sclaunicco, Santa Maria, Talmassons, Villacaccia e numerose altre ville fa parte civilmente della contea di Gorizia e più direttamente dipende dal Castello murato di Belgrado.
Esistono ancora documenti ed atti notarili scritti in lingua tedesca proprio per questo motivo.