LA STRADALTA, STRADA MALEDETTA

di Marcello Bellina

Prima di proseguire nella narrazione della storia di Lestizza, è indispensabile tracciare a grandi linee la storia della Stradalta.
Infatti la storia di Lestizza e dei paesi vicini è intimamente legata alla storia di questa strada sia nei tempi lieti, e furono pochi, sia nei tempi di sofferenza e di orrore. In fondo, la storia del nostro paese e dei paesi vicini è la storia della Stradalta.
Per la Stradalta, che non è ancora strada, ma boscaglia deserta, arrivano i primi abitanti della nostra terra e vi lasciano le loro tracce.
Per la Stradalta, sequela di sentieri mal uniti fra loro, passano i popoli portatori delle civiltà del bronzo e del ferro. Si insediano nelle campagne circostanti ed erigono villaggi e fortezze ai suoi lati.
Per la Stradalta arriva la terribile Nona Legione romana che conquista la nostra terra mettendola a ferro e a fuoco. Certo, non è ancora la bella strada di oggi e tanto meno si chiama Stradalta. Ma i Romani hanno bisogno di una via sicura che unisca Roma ad Aquileia, la futura Capitale militare dell'Impero.
Vogliono le relazioni con Roma rapide e sicure. Per di più, diffidano delle strade basse che costeggiano le lagune, passando fra acquitrini e paludi. Così, rettificando e riordinando la vecchia strada per la quale sono arrivati, costruiscono una nuova, superba via di comunicazione.
La chiamano "Flaminea" dal console Flaminio che l'ha ideata.
Parte da Codroipo, in latino Quadruvium, che significa incrocio di quattro vie, e va fino ad Aquileia, la capitale militare dell'Impero.
Dopo il crollo dell'Impero Romano, il console Flaminio viene dimenticato e la strada non viene più chiamata "Flaminea", ma Stradalta, in contrasto con la strada bassa che costeggia la laguna ed è spesso invasa dalle acque e coperta di nebbie.
E da questo momento la Stradalta diventa la strada maledetta.
Qui nel 401 dopo Cristo passano i Visigoti con Alarico, diretto alla conquista e al saccheggio di Roma.
Qui nel 452 passano gli Unni con il loro capo Attila, il flagello di Dio, che distrugge Aquileia e si vanta che là dove il suo cavallo posa il piede l'erba non cresce più per sette anni.
Qui nel 472 passano gli Eruli, guidati da Odoacre, che destituisce l'ultimo imperatore di Roma, Romolo Augustolo e siede sul suo trono.
Qui nel 489 passano gli Ostrogoti con Teodorico che fa banchetti di carne umana e beve il sangue dei nemici nel cranio delle sue vittime.
Qui nel 568 passano i Longobardi con Alboino che rade al suolo tutte le città che incontra, uccide tutti i sacerdoti e dècima le popolazioni.
Qui nel 610 passano gli Avari, moltitudine immensa di uomini che si rovesciano sul Friuli come un esercito di cavallette distruggendo quel poco che ancora resta.
Qui nel 773 passa Carlo Magno con l'esercito dei Franchi, contrastato e seguito da innumerevoli invasioni tedesche.
Sembrerebbe di aver toccato il fondo della sofferenza e del terrore, ed invece il peggio deve ancora venire.
Verso il 900 dopo Cristo arrivano, sempre per la strada maledetta, gli Ungari, i più feroci fra i barbari, che distruggono al loro passaggio ogni traccia di vita. E cosi la Stradalta cambia ancora una volta nome e viene chiamata "Ungarica"; e "Vastata Ungarorum", viene chiamata la terra maledetta che si stende ai suoi fianchi, perchè devastata dagli Ungari, castigo di Dio e terrore dei popoli.
Per la stradalta passeranno più tardi i Turchi che i nostri vecchi ricordano ancora con terrore nei racconti dei padri.
E qualche secolo dopo passerà Napoleone il Prepotente, il Dittatore senza Fede e senza Umanità che tante lacrime portò al nostro Friuli.
Al suo passaggio la strada cambierà nome e sarà chiamata "Napoleonica", ma non cambierà il suo triste ruolo ed ai suoi fianchi continueranno le ruberie, le prepotenze, le stragi.
E finalmente di qui passeranno Tedeschi e Cosacchi, Americani e Neri, e sempre con le armi in mano.
Persino il terremoto passa tante volte per la Stradalta, seminando distruzioni e vittime senza numero e sconvolgendo, fra l'altro, nel 1348, la chiesetta di San Giovanni.