L'ORGANIZZAZIONE ECCLESIASTICA

di Antonio De Cillia

Il primo documento relativo alla Chiesa Aquileiese risale all'anno 314, ma alla fine di quel secolo alla diocesi di Aquileia si erano aggiunte anche quelle di Iulium Carnicum (Zuglio) e di Julia Concordia (Concordia).
L'irradiazione del Cristianesimo nella Sinistra Tagliamento, si sarebbe verificata partendo dai centri missionari di Fagagna, Dignano, Codroipo, Castions di Strada, Buttrio e Gemona.
Tale ipotesi si basa sulla intitolazione a S. Maria di tali chiese, espressione di una intensa pietà mariana derivata dal culto alessandrino, che avrebbe presieduto alla evangelizzazione del Friuli.
Su tale teoria non sono in grado di esprimere giudizi, posso soltanto osservare che, a suo favore, depone il fatto che i centri sopraindicati giacciono tutti su importanti percorsi viari dell'antichità.
Nulla sappiamo circa la diffusione di cappelle e chiesette nella pianura, come del resto non conosciamo la reale consistenza degli antichi centri abitati rurali.
Solo nel IX secolo, a seguito della legislazione di Carlo Magno sulle decime, che diventano imposte reali fissate alla terra, la Pieve (che prima indicava solo i nuclei principali del Popolo di Dio) acquista una stabile estensione territoriale.
Allora, tutti gli abitanti di quel determinato territorio (in genere molto vasto) dovevano fare riferimento a quella chiesa, a quel fonte battesimale, a quel cimitero, a quel sacerdote, il Pievano, che, nella precarietà e arbitrarietà dei tempi, veniva a rappresentare l'unico elemento certo e stabile. Anche se non esistono elementi che provino l'esercizio da parte dei pievani di poteri civili, è certo che essi godevano di un prestigio e di un potere che non si limitava alle esigenze spirituali ma si estendeva fortemente anche agli interessi materiali.
Altrimenti non si spiegherebbe come questo istituto mantenne la sua potenza egemonica ben oltre la sua formale abolizione ad opera del Concilio di Trento.
Resta poi il fatto accertato che, in molte zone del Friuli e per molti secoli, le comunità fecero capo alle pievi per regolare le loro promiscuità di pascolo; il che induce a pensare che il Pievano godesse, almeno nei primi secoli, di un grosso potere di direzione, di moderazione e di coordinamento sulle popolazioni, esercitando una influenza trasversale rispetto ai poteri giurisdizionali dei vari "domini loci".

Il capo della parrocchia fu chiamato "Rettore dai patriarchi, Pievano dai conti Savorgnan, e ora Arciprete dai marchesi Savorgnan, i quali lo eleggono, presentandolo all'arcivescovo per la approvazione. Non ottenendola, ne presentano un altro, e così via".
Secondo quando scrive il parroco pro tempore in occasione della visita pastorale di mons. Trevisanato nel 1857, "la Pieve di Mortegliano era stata unita al S. Uffizio nel 1578, e papa Gregorio XIII aveva eletto come Pievano l'Inquisitore di Aquileia e Concordia, padre Carmelitano residente nel Convento del Carmine di Udine".
Lestizza era rimasta unica filiale dipendente da Mortegliano, dopo lo stacco della parrocchia di S. Maria ed ebbe un cappellano proprio dal 1620.
A causa della presenza a Mortegliano del padre inquisitore "i suoi vicari erano scelti per il particolare zelo nella predicazione al popolo e per l'assoluta fedeltà al cattolicesimo.
Il che spiega come a Mortegliano e a Lestizza non ci sia stato un solo episodio di eresia o di diffusione di libri proibiti". Lestizza diventerà parrocchia nel 1923.