LICENZE COMMERCIALI

di Antonio De Cillia

Anche nel Settecento le iniziative commerciali erano soggette a concessione superiore.
Il 5 giugno 1716 il Capitanio Carlo Vanini riconosceva ad alcuni "Buzzalaiari" di Codroipo il monopolio per la vendita di ciambelle sulle sagre nei paesi del Contado, previa contribuzione di una libbra d'olio alla chiesa presso la quale la sagra si svolgesse, "oltre le solite recognitioni alli Capi delli Comuni". Ma essendosi opposti a tale monopolio alcuni "Buzzalaiari di Udine, il Capitanio ritornava poi sulla sua precedente decisione e liberalizzava tale commercio a "tutti li Buzzolaiari sive Scaletiri" (pasticceri) purché corrispondessero la solita contribuzione alle chiese interessate.
Il 1 gennaio 1749, Battista q.Pietro Pertoldo, di Lestizza otteneva licenza di vendere "nella propria Bottega Oglio comune tanto alla minuta che all'ingrossa" dovendo sottostare, pena condanna per contrabbando, a tutte le regole e procedure del caso. Anche i prezzi erano soggetti a calmiere, almeno per quanto riguardava il pane.
Ma c'è anche la supplica di un "mazalaio", Giobatta Toppo; che il 21 agosto 1768 denuncia l'aumentato costo delle carni (sia per le epidemie bovine, sia per le numerose "gravezze", sia per la carestia delle biave) ed implora "umile e supplichevole" che "la carne d'ogni e qualunque sorta d'animale di beccheria, sia ella di manzo estero o nostrano, sia di vitello o castratto, purché ella sia crassa, pingue e di perfetta qualità" possa essere venduta a soldi nove la libbra.
Il 4 ottobre 1770 Andrea Franz chiede di aprire a Nespoledo un negozio di "Legname, Pannina (teleria) e grassina (pizzicagnolo)". Sì, concede il co:Mario, purché usi giusti pesi e misure.
Il 30 settembre 1772 viene rilasciato un salvacondotto a Giacomo Pertoldo di Lestizza "sano per Diograzia da male contagioso" per portare alla fiera di S. Donà di Piave 140 paia di stivali fabbricati a Lestizza. Il 17 novembre dello stesso anno il Co:Mario concede a mistro Sebastian Marcuia "di vender alla minuta Sardelle, Sardone, Aglio e Cevola in pubblica piazza per ristorare qualche sovenimento alla Sua famiglia".
Lo stesso Co:Mario, il 24 settembre 1772 concede "licenza e facoltà di poter commerciare, vender, comprare e permutare ogni sorte di merci, generi ed effetti, dalle Leggi non proibiti, e ciò tanto nella villa di Nespoledo, quanto in ogn'altra del Contado" al sig. Lorenzo Foramiti.
Proprio quello a cui due anni prima aveva fatto la bella improvvisata descritta al punto 2 di questo stesso capitolo. Doveva esserci un certo risveglio economico nei nostri paesi in quegli anni Settanta. Anche Domenico q. Valentino Zimolo della villa di S. Maria otteneva licenza di "piantar Bottega di grassina e di salume in esso Loco", mentre si autorizzavano a circolare per le ville di tutti i Contadi e Signorie Savorgnane anche i venditori ambulanti, assicurandoli che non sarebbe stato loro "praticata alcuna molestia ne' maltrattamento".
Ci fu anche, nel 1790, un certo Felice Tomaselli che "impetrò sommessamente la graziosa permissione di poter erigere una nuova Fabrica di Acqua Vita grezza, arte che non per anco fu nella giurisdizione introdotta".
Il Co. Antonio, convinto che "coll'introduzione di nuove Arti abbia a risentire un vantaggio anco il Suddito, come è evidente" approvò, a patto che per ciò, annualmente, corrispondesse "due para Polastri al Feudo di Belgrado".
Lo stesso anno Carlo e Giobatta Sabbadini da Torsa, volendo ridurre a risaia quaranta campi di natura paludosa ed erigere un edificio "per pillare il Riso" ottenevano l'investitura feudale per l'uso dell'acqua necessaria, verso corresponsione "in segno di riconoscimento de' feudali diritti, di dodici bottiglie di Vino Piccolit all'anno".
Secondo una relazione in data 31 marzo 1791 del Capitanio Giovanni Alugara - già citata - ` `due sono le Fiere delle quali gode l'indulto questa Popolazione. Una nella villa di Flambro, che cade in novembre instituita ab immemorabili e permessa dall'autorità degli Ecc.mi Giurisdicenti: fiera in cui oltre al concorso d'ogni genere di Animali intervengono Mercadanti d'Udine e d'altri Luoghi colle loro merci. L'altra nella villa di Bertiolo, instituita con Decreto Giurisdizionale 14 dicembre 1780, in cui pur ed ogni genere di animali e Mércadanti suddetti intervengono... Il solo mercato de' Biade à il suo corso settimanale in Bertiolo istituito esso puro col sopradetto Decreto a comodo della Popolazione ed a reciproco smercio ed acquisto de' Loro Grani e Biade, da cui pure riconoscono in egual comodo e vantaggio li contermini e vicini Luochi Sudditi et Esteri".
"Varie manifatture di Tellerie" ad uso de' Villici sono disperse per la giurisdizione, come pure l'arte d'acconciapelli e calzolaio attrae numeroso concorso massime sulle fiere all'acquisto di stivalli, de' quali se ne smercia un numero prodigioso anche sulle Fiere degli altri Luoghi fuori del Contado, il che forma un commercio attivo e passivo, interno ed esterno di detto Contado per le introduzioni de' primi generi ed estrazioni di Manifatture ed agevola lo stato e sussistenza di molte di queste suddite Famiglie".
Per finire, il 18 agosto 1791 il Capitanio fece annunciare per tre domeniche successive "inter Missarum solennia" nelle chiese del territorio che si estende "per il tratto di almeno 5 miglia da Morteano", che il Luogotenente era stato supplicato dalla stessa villa di Mortegliano di poter istituire, due volte all'anno, una fiera di animali e, settimanalmente, di mercoledì, un mercato della biada.
I Sudditi del Contado avevano tempo un mese e un giorno, dopo la terza pubblicazione, per presentare le eventuali opposizioni.