MEDICI, CHIRURGHI, SPEZIALI

di Antonio De Cillia

Anche per i medici il Co: Giovanni ritenne necessario - nel 1746 - intervenire con un regolamento, "a remozione di molti abusi, contrafacioni e perniciose introducioni, per le quali medicando molti che non sonno dottorati, che hanno poca o niuna pratica e cognicione delle cose spetanti alla Fisica et Chirurgia, causano infiniti inconvenienti, incurabili infermità, et molte volte la morte delle creature con offesa del D.Dio". Pertanto soltanto le persone munite del "Privileggio giusto le leggi" potevano esercitare.
I chirurghi non potevano dare "medicamenti per bocca, eccettuati però li casi chirurgicali".
Assolutamente, poi, non potevano gli speziali "dare, vendere, donar sotto qualsiasi nome medicamenti di sorte alcuna" senza le ricette del medico, che dovevano essere registrate per gli opportuni riscontri. Dovevano anche gli speziali tenere la "Nota stampata delli Medicinali più usuali et necessarij, assieme con la Tariffa". Due medici Fisici erano incaricati di verificare i medicinali "se questi sieno di ottima qualità et non vecchi tarlati o innutili, anzi pregiudiziali alla Salute de gli infermi".

Nel 1790 i Provveditori alla Sanità di Venezia avevano fatto preparare da sette Pubblici Professori della Università di Padova un Codice Farmaceutico, a regola generale di tutti gli speziali dello stato (compresa la Tariffa).
Tale codice doveva essere tenuto in tutte le Spezierie.
Con lo stesso provvedimento, si stabiliva che "tutti li Medici dello stato, a' quali solamente spetta la facoltà di ricettare, abbiamo a scrivere le Ricette in Lingua Italiana, e non più in idioma Latino, come fu fin ora praticato".
Una interessante notizia porta la data del 5 novembre 1786, quando la vicinia di Bertiolo delibera una tassa di un "bezzo" per ogni boccale di vino venduto dagli osti, colla quale stipendiare il medico - chirurgo Giacinto Aloisio "coll'obbligo di dover visitare tutti li ammalati di questo loco senza altro pagamento, tanto di medico quanto per le operazioni di chirurgo", il tutto per un periodo di dieci anni.
Una specie di tassa sulla salute che però entrò in crisi tre anni dopo, suscitando una solenne lite con tanto di avvocati.
Non so come sia finita.
Nel 1796 toccava a Teor sperimentare una condotta coll'Eccellente Giovanni Battista Mazzarola Medico Fisico e Chirurgo per "far emissioni di sangue, medicare Tumori, Piaghe, Frature, slogazioni e ferite accidentali e non volute". L'onorario veniva ricavato mediante una tassa su tutti gli abitanti di età superiore ai due anni, consistente in un pesenale di frumento ogni otto persone da versare il giorno di S. Giacomo e due pesenali di Sorgoturco (sempre ogni otto persone) da versare a S. Martino. Il medico s'impegnava a non allontanarsi dal paese per più di due giorni intieri, se non facendosi sostituire.
Le parti potevano interrompere il rapporto dando il preavviso di un mese.