GIOIE E DOLORI

di Marcello Bellina

Dalla fine delle invasioni turche, fino all'anno 1922, in cui il cappellano di Lestizza don Fabio Comand iniziò un accurato, interessante libro storico, si hanno poche notizie di Lestizza.
Ecco quanto c'è dato sapere di questo periodo.
1510 - Scoppia una violenta pestilenza che miete innumerevoli vittime. Quasi non basti, sopravviene un terremoto che fa vibrare la terra per 40 giorni. A Udine crollano la loggia e il castello. Anche a Lestizza i danni sono ingenti.
1556 - Si diffonde un'epidemia tipo Spagnola o Asiatica che miete innumerevoli vittime.
1569 - A causa di un raccolto estremamente misero, si diffonde una grave carestia.
1570 - Una spaventosa inondazione distrugge il raccolto e inasprisce la carestia dell'anno precedente.
1571 - Il 6 settembre una violenta grandinata distrugge completamente il raccolto e compromette seriamente quello degli anni seguenti.
1575 - Sono appena rimarginate le ferite provocate dalle calamità degli anni precedenti, che una nuova grandinata porta miseria e disperazione.
1579 - Vengono amministrati 21 battesimi, il che fa supporre una popolazione di circa 700 abitanti.
1581 - I battesimi sono nove soltanto. La popolazione è in netto regresso.
1597 - Lupi feroci recano gravi danni ai greggi (armentârs).
1598 - Una violenta epidemia di peste decima la popolazione.
1615 - I lupi invadono di nuovo le campagne circostanti.
1630 - La popolazione continua a diminuire.
1816 - Dopo le angherie dei soldati napoleonici, sopravviene una furiosa grandinata, accompagnata da siccità prima, da inondazioni poi.
1817 - Tornano la miseria, la fame, le malattie. Dice in proposito il Fornasir, storico di Cervignano
"Si uccisero buoi, asini, cavalli, cani e gatti per sfamarsi, specie in aprile e maggio. In. autunno erano poche le famiglie che avevano bestie per il lavoro della terra. Alcune famiglie cedettero case e campi interi per poche staia di grano e fecero affaroni quelli che ne avevano in serbo". E' l'anno passato alla storia come l'anno della fame.
1834 - E' un nuovo anno di miseria causata da un inverno rigidissimo e da un'estate di tanta siccità come non era mai stata ricordata nei secoli precedenti. A Lestizza non si trova più acqua. Anche i paesi di Flambro e Galleriano sono rimasti asciutti; solo a Sterpo si può trovare ancora un po' d'acqua.
A Flambro si decide di scavare più profondamente il pozzo di piazza Pordenona. Dopo mesi di lavoro, l'acqua fluisce sufficiente e fresca. I Flambresi vi attingono abbondantemente tutto il giorno, a mezzo di lunghe scale, che vengono ritirate alla sera perchè nessuno venga a rubare... l'acqua preziosa.
Ma Lestizzesi e Gallerianesi vi sopraggiungono a notte fonda - a quel tempo non c'è illuminazione - e fanno man bassa dell'acqua rimasta. Però sono così maldestri che dopo due mesi provocano nel pozzo una frana irreparabile. L'allora pievano di Flambro, Gressani, nativo di Villacaccia, scrive nel catapan parrocchiale del 1834:
"Tutti li pozzi sono in secca, solo quello de piazza Pordenona dà abbondante acqua, ma bisogna scendere con scale a pioli sint tel fondo, e prestar atenzione de non far crollar la terra...
Segue una descrizione particolareggiata delle precauzioni da prendersi. Qualche giorno dopo lamenta:
... oggi crollò il tanto benemerito pozzo di piazza Pordenone che dopo aver saziato d'acqua per due mesi la popolazione Flambrese di giorno e quella Gallerianese e Lestizzese di notte, cadde per essere fuor di modo frequentato da quest'ultimi...
".
1855 - Fa strage un'epidemia di colera. Fra gli altri muoiono Giuseppe Morelli "per malattia di cholera" e sua moglie Santa per "cholera morbus".
1921 - Un nubifragio caduto a Terenzano allaga Lestizza e fa cadere tre case, cioè la latteria, la casa ove sorge l'attuale negozio di alimentari e la casa di Pertoldi Giuseppe (Zef Uardean).
1922 - Il cappellano don Fabio Comand inizia il libro storico di Lestizza.
Evidentemente, fra tante disgrazie, ci saranno stati anche eventi felici; ma gli uomini, di solito, ricordano a lungo le disgrazie e dimenticano ben presti i giorni lieti.