LESTIZZA: DIECI ANNI DI STORIA NEI DOCUMENTI DELL'ARCHIVIO COMUNALE

1946 - 1951: il Consiglio della Liberazione
Girata la pagina sull'ultima deliberazione del Commissario Prefettizio, organo del governo fascista (la data dell'ultimo documento è significativa: 26 aprile 1945), il primo verbale del Consiglio Comunale liberamente eletto in comune di Lestizza porta la data 25 aprile 1946, dopo un anno esatto di amministrazione provvisoria.
Vi sono riferiti i risultati della consultazione elettorale tenuta pochi giorni prima; sotto la presidenza del consigliere anziano (chi, cioè, ha ottenuto il maggior numero di preferenze) Gaetano Cossio, viene convalidata l'elezione previa verifica dei requisiti di eleggibilità, fra i quali la prova di saper leggere e scrivere dei seguenti consiglieri, elencati nel documento in ordine rispetto ai voti ottenuti:
1) Cossio Gaetano
2) Fantino Livio
3) Marangone Antonio
4) Termini Guglielmo
5) Tavano Ettore
6) Baracetti Gaetano
7) Serafini Ugo
8) Garzino Amos
9) Fongione Renato
10) Riga Egidio
11) Bassi Giacomo
12) Pertoldi Flaminio
13) Pagani Alfio
14) De Clara Angelo
15) Gallo Elio
16) Bassi Lorenzo
17) Moro Pio
18) Bassi Francesco
19) Marangone Pietro
20) Moro Luigi

Fra questi, vengono eletti a comporre la Giunta:
Sindaco: Marangone Antonio; assessori effettivi: Bassi Lorenzo, Tavano Ettore, Garzino Amos, Gallo Elio; assessori supplenti: Moro Luigi, Termini Guglielmo.
I primi sedici consiglieri elencati, appartenenti alla lista democristiana, compongono la maggioranza (primo eletto 1.626 voti), gli altri quattro l'opposizione socialista (primo eletto 832 voti).
Il consiglio si riduce a 19 membri nell'agosto '48 per il decesso di Giacomo Bassi.
Si dimette per emigrazione il sindaco nel luglio '49: il suo posto viene occupato da Gaetano Cossio, che aveva retto l'amministrazione provvisoria nel '45-'46. Anche l'assessore Elio Gallo si dimette per emigrare alla fine del '50.
I verbali di questi primi anni di vita amministrativa recano traccia di vivace dibattito, animato in particolare dagli interventi critici ma costruttivi del consigliere Pio Moro, giudice conciliatore e sindaco nell'amministrazione provvisoria.
L'assessore Lorenzo Bassi è sostituito, in seguito a dissapori con la giunta (agosto '48), da Egidio Riga.
Minore interesse e partecipazione sembrano caratterizzare la vita del consiglio comunale nell'ultima parte del periodo amministrativo: Luigi Moro, che pur non appartenendo alla lista di maggioranza era stato eletto tra gli assessori, e lo stesso Pio Moro non partecipano alle assemblee fin dall'inizio del 1950.
Più volte, nell'estate dello stesso anno, la seduta è rinviata per mancanza di numero legale.

L'"AVENTINO" DI "VIGJ LUNC"
È documentato che Luigi Moro si allontana da una seduta di giunta e non sì fa più vedere nè in consiglio nè in giunta. Nella fatidica riunione è approvato il seguente o.d.g.:
Vista la necessità di disciplinare gli acquisti occorrenti all'amministrazione comunale.., impegno veruno in nome e per conto del comune di Lestizza sarà vincolante per l'Amministrazione comunale, se non sarà preventivamente autorizzato. A questo punto l'assessore si allontana dalla sala.

UNA DIFFICIELE EREDITA'
Sono anni in cui miseria, disoccupazione, inflazione la fanno da padrone; a fronte, gravi problemi da risolvere: i danni di guerra, il dissesto delle strade, delle acque; le necessità dell'assistenza (funziona fin dal '46 l'istituto dell'ECA: Ente Comunale di Assistenza), quelle dell'istruzione.
Esiste un elenco dei poveri (approvato dalla giunta, sentito il parere del medico comunale) con diritto a prestazioni gratuite medico-ostetriche e alla fornitura di medicinali senza alcuna spesa: nel '49 in tale elenco figurano 304 nominativi, nel '51 sono 354.
Gli aiuti internazionali si concretizzano nella distribuzione dei filati U.N.R.R.A.
Del conflitto appaiono strascichi pesanti: per il 1947 non è possibile approvare il bilancio preventivo, perché tale materia è soggetta ancora alla giurisdizione del Governo Militare Alleato.
Le entrate sono un'esigua coperta che, tirata da una parte, lascia scoperto l'altro fianco.
Un esempio: si provvede a riparare gli edifici pubblici danneggiati dalla guerra, ma parte del finanziamento ricevuto per aggiustare le strade (lire 500 mila), ritenutesi sufficienti le riparazioni che già la popolazione ha spontaneamente effettuato, viene destinato all'acquisto di 126 banchi scolastici (fabbricati dalla ditta Ilio Pertoldi di Lestizza) e una macchina da scrivere per l'ufficio municipale.
Ma presto si ha notizia di proteste della popolazione circa il dissesto delle strade, per cui si rende necessario assumere 3 stradini avventizi, che svolgono anche funzioni di guardie campestri, con tanto di porto d'armi, per reprimere i furti nel periodo dì raccolta dei prodotti agricoli.

OPERATORI ECOLOGICI IN SERVIZIO DI ORDINE PUBBLICO
Gli stradini-guardie campestri sono Armando Usoli, Emesto Greatti e Domenico Boschetti; i primi due vengono più tardi sostituiti da Giovanni Mion e Benedetto Gori. Nel marzo '48 il comune licenzia gli stradini, non potendo far fronte alla spesa.
Ma nel '50 di nuovo ogni frazione è servita da un incaricato della pulizia delle strade dell'abitato (ogni vigilia di festa), dei cimiteri, della sorveglianza sull'erogazione dell'acqua potabile e non, del servizio antimoschicida.
Le strade comunali, ovviamente bianche, necessitano di frequente manutenzione: vengono acquistate due cave (a Villacaccia e a Galleriano) per il prelievo della ghiaia necessaria. Che la popolazione intervenga con manodopera gratuitamente prestata per lavori di pubblica utilità pare più una regola che un'eccezione.

I GELSI DELLA DISCORDIA
Si concede ai firmatari della relativa istanza di ripristinare a proprie spese la strada che da Villacaccia porta a Basagliapenta, abbandonata da oltre trent'anni. Dopo vivace discussione in consiglio comunale, non viene concesso ai richiedenti di ottenere, a compenso dei lavoro prestato, il legno dei gelsi che sorgono sul terreno da ripristinare a strada: questi andranno a totale beneficio dei frontisti (dicembre '46).

La carenza di posti di lavoro è una costante; molte opere pubbliche vengono realizzate, oltre che per motivazione specifica, per sollevare la disoccupazione e perciò assicurare il pane quotidiano a moltissime famiglie avendo la maggior parte degli operai idonei all'emigrazione lavorato nel corrente anno ('48) solo per un periodo brevissimo.
La disoccupazione è il problema di molte famiglie: nelle delibere di giunta, requisito di merito per vedersi assegnati piccoli lavori è il numero di figli e parenti a carico del disoccupato, che accetta di eseguire l'opera per l'importo prestabilito.
Perfino lo sfalcio delle erbe vegetanti sui cigli e scarpate delle strade comunali pare un appetibile incarico, se è necessario bandirne pubblica asta col metodo della candela vergine per l'appalto (e il comune non assume responsabilità per danni successivi alla garanzia; è, poi, proibito il pascolo dell'erba appaltata con qualunque specie di animale). Analogamente nel '49 si propone di istituire asta pubblica col metodo della scheda segreta per la cessione dei materiali provenienti dalla demolizione della Scuola Centrale (prezzo base lire 100.000).

AL FUOCO! AL FUOCO!
Alla miseria, talvolta si aggiungono le disgrazie: viene esonerato, per doveroso sentimento di solidarietà da tutte le imposte comunali nel '48 il reduce Riccardo Moretti da Nespoledo, che ha testè subito un grave incendio, che gli distrusse quasi interamente stalla aia e fienile con tutto il foraggio.

Il tasso di emigrazione è alto; oltre al sindaco, emigrato per lavoro, anche il geometra Renzo Cipone, tecnico comunale, parte per l'America (e viene sostituito nell'incarico dal geometra Giovanni Pinzani).
L'inflazione galoppa: le 2.000 lire al mese che un impiegato comunale percepisce nel '45 diventano 27.000 nel '49; nel '48 viene aumentata di 3 volte l'imposta di famiglia pagata nel '46.

IL PREZZO IN MATERIA, ANZICHÈ IN LIRE
Per l'utilizzo ad uso industriale (mulino) della forza motrice ottenuta dal salto sul Ledra in via Sclaunicco per il '47 vengono richieste lire 2.500, corrispondenti al prezzo di quintali 1,67 di grano. Per gli anni successivi il canone d'affitto non viene fissato in lire, ma si stabilisce che varierà in rapporto al prezzo della quantità di grando suddetta.
Il sindaco gode di un assegno mensile di lire 5.000 (comprensivo delle spese di missione); nel maggio '49, in un impeto di ottimismo nel concetto che si ha del bilancio comunale gli si raddoppia l'indennità di carica. Bilancio che, a parte i già citati contributi a risarcimento dei danni di guerra, può contare nei primi anni del mandato quasi solo sui tributi locali. Molte sono le tasse che gravano sul contribuente: imposte di consumo, imposta di famiglia, sul bestiame, imposta e sovrimposta sul terreni e fabbricati. Cani, pianoforti e macchine da caffè espresso sono tassati come generi di lusso; anche l'imposta sui domestici è pagata al Comune (ovviamente rara quest'ultima entrata, almeno quanto quella sui pianoforti).

I DIPENDENTI COMUNALI
Dopo il collocamento in quiescenza del dottor Giuseppe Padovan, in servizio nel comune di Lestizza per 36 anni, nel '46 è medico il dottor Luigi Zangrando, assunto provvisoriamente (e licenziabile in qualsiasi momento senza indennità alcuna, come del resto tutti gli altri dipendenti comunali in questo periodo) in attesa che venga indetto regolare concorso. Nel dicembre '49 viene nominato medico condotto il dottor Luigi Pasqualini, vincitore del concorso.
Altri dipendenti comunali (diversi sono reduci, alcuni invalidi di guerra):

Oreste Morelli, primo applicato
Giacinto Pertoldi, secondo applicato (in quiescenza dal '48)
Giselda Rossini, ostetrica
Severo Nardini, guardia
Attilio Repezza, guardia
Antonio Granziera, guardia
Guido Trigatti, impiegato avventizio (dal '50 collocatore)

All'Ufficio RazionamentoConsumi:
Alfonso Favotto Pomo, consegnatario
Adolfo Pertoldi
Aurelio Fracasso
Argena Bassi (sostituita in seguito da Aldo Bassi)

Quest'ultimo gruppo di impiegati, in seguito alla soppressione del servizio annonario ('48), viene licenziato, ma alcuni sono riassunti ad altro titolo fra i dipendenti comunali.
Di altre mansioni necessita la vita civica: di portalettere per conto del comune (procaccia), di custodi dei cimiteri, bidelli per le scuole, regolatori degli orologi pubblici.
Il compenso per questo tipo di impieghi è proprio modesto: nel '48 una bidella per la pulizia di due aule (nettezza giornaliera, pulizia generale annua e accensione delle stufe durante la stagione invernale) percepisce 6.000 lire annue; la pulizia degli uffici viene compensata con 18.000 lire annue.
Un'ora di lavoro a un operaio che svolga attività per il comune è pagata 100 lire: lo straordinario per i dipendenti comunali è pagato assai meno (ma ricevono alcuni tipi di incentivazione, premi in occasioni particolari: premio di Liberazione, della Repubblica).
Nel 1950 alcuni impiegati entrano in ruolo. Segretario comunale è inizialmente Gino Manfro, poi Giovanni Mambrini; dal settembre '47 Valentino Sturam.

IL LAVORO LOGORA (CHI CE L'HA): OCCHIO ALLO STRESS
Frequenti delibere riconoscono economicamente le molte ore di straordinario svolte dal solerte segretario, di cui nel verbale, da lui stesso steso, viene elogiato l'indefesso impegno.
A Sturam si concede nel '48 alloggio luce e combustibile gratuitamente, come gran parte dei comuni hanno concesso ai propri segretari.
Inoltre, alla fine del '48 viene attribuito, su proposta di Pio Moro e approvazione unanime, un assegno una tantum al segretario Sturam, che si trova in uno stato di spossamento ed esaurimento grave che, pur non costringendolo al riposo, esigono una nutrizione particolarmente costosa, visto il certificato medico dal quale appare che il suo stato attuale di salute é conseguenza del servizio.

UN GIALLO IN MUNICIPIO
Visto che nella notte fra sabato 24 e domenica 25 luglio 1948 ignoti, approfittando dell'ora burrascosa, forzavano l'ingresso del Municipio e si appropriavano di n ° 2 ottime macchine da scrivere e che la brava guardia campestre Nardini Severo, dopo aver immediatamente perlustrato con zelo la campagna circostante, riusciva a recuperare la refurtiva, a detta guardia viene tributato un solenne encomio e per un premio di incoraggiamento eccezionale di lire 6.000 per tale non comune volonterosità. E pensare che l'anno precedente non si era ritenuto di aumentare l'assicurazione per mobili e macchine da scrivere, visto che i locali municipali presentano una sicurezza quasi assoluta contro i furti. Le guardie campestri vigilano sui raccolti, d'estate, anche per venti ore consecutive.