La fondazione di sclaunicco alla luce della sua necropoli romana

di Roberto Tavano - Las Rives 1997

È opinione concorde degli studiosi attribuire a Giulio Cesare l'inquadramento degli schemi dell'organizzazione amministrativa romana nella nostra Regione. È possibile che anche la terza assegnazione ai coloni (40 a.C.) delle terre che dalla linea a monte delle risorgive giungevano fino alle colline, sia una delle sue ultime direttive in questo campo.
Potrebbe essere nato allora il paese di Sclaunicco (nel periodo romano, longobardo e carolingio non sappiamo quale nome avesse), costruito attorno al "suèi": tale riserva d'acqua si suppone scavata in tempi antichi nella posizione dell'attuale piazza San Valentino. Un pozzo a cielo aperto dunque, della profondità di circa sei metri, fino a raggiungere la falda freatica, realizzato probabilmente dai coloni romani assegnatari delle terre circostanti, in quanto nella zona non vi erano altre fonti d'acqua.

La centuriazione delle nostre terre ha avuto dunque luogo in quel periodo, ed i vari insediamenti quali Galleriano, Lestizza, Mortegliano, Orgnano, Santa Maria, Sclaunicco, Variano, ecc. sono probabilmente sorti allora ovviamente non con questi nomi e si sono conservati nel tempo, mentre altri, quali Angories, Bosc di Santa Maria, Cjcs, Las Rives, ecc. hanno cessato di esistere (forse a causa delle grandi invasioni, di cui la più famosa nella memoria popolare è quella di Attila del 452 d.C.).

Proprio tale avvenimento potrebbe essere segnalato nella necropoli di via Montenero 5 con le massicce deposizioni nella nuda terra, senza corredo, poste disordinatamente; per il seguente periodo di 130 anni circa non vi è traccia, nell'area, di alcuna altra inumazione. Più sicuramente databili sono i reperti longobardi che la necropoli ci restituisce. È possibile che una "fara" longobarda (circa 8 famiglie, una cinquantina di persone, insediata a controllo del territorio), sia arrivata verso il 568 d.C.

Tale avvenimento pare essere testimoniato dalle tombe ad inumazione più recenti e:
- un militare coltivatore, con sax longobardo di tipo corto e spatha (spada lunga a doppio taglio, propria dei fanti);
- una bambina longobarda di dodici anni, con ricco corredo funebre;
- una donna anziana longobarda, di una sessantina d'anni, che per quanto lo scavo ci ha restituito è stata l'ultima deposta nella necropoli verso la prima metà del VII secolo d.C..
Quest'ultima datazione si è potuta desumere da un paio di orecchini indossati della stessa defunta, in filo di bronzo, una variante del tipo a tre cerchietti in uso nel VII secolo. Un altro reperto interessante, venuto alla luce nelle necropoli, è un balsamario, che potrebbe essere l'oggetto più antico fin qui documentato per l'insediamento di Sclaunicco.

Ancora, per quanto riguarda la traccia lasciata dai Longobardi a Sclaunicco, si può pensare che siano stati proprio questi nostri antenati, più di 1420 anni fà, a scegliere per primi il patrono del paese nell'Arcangelo San Michele, di cui erano ferventi ammiratori, forse anche perché era un santo guerriero, armato di spada e lancia.

Dopo l'ultima inumazione su ricordata, a meno di altri ritrovamenti, si pensa che la necropoli sia stata trasferita presso l'attuale sagrato della chiesa, dove è rimasta per altri 1250 anni.